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LA VITAMINA D: FONDAMENTALE PER LA SALUTE

LA VITAMINA D: FONDAMENTALE PER LA SALUTE

Della vitamina D si conoscono le proprietà antinfiammatorie e l’azione sul sistema immunitario, ma si sa anche che molti organi e tessuti umani presentano recettori di questa vitamina. Gli scienziati ritengono che svolga un ruolo importante non solo per la salute delle ossa, ma anche per il benessere complessivo dell’organismo, e stanno indagando l’ampio spettro delle sue funzioni.

COS’È LA VITAMINA D

Per vitamina D si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più importanti forme in cui la vitamina D si può trovare in natura sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), entrambe le forme dall’attività biologica molto simile. L’ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale, mentre il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo viene sintetizzata nel mondo animale, compreso quindi l’uomo.

La sua sintesi endogena avviene a livello  cutanea per circa l’80% del fabbisogno giornaliero. La rimanente percentuale (apporto esogeno) deriva dall’apporto alimentare della sostanza, contenuta in cibi quali la carne di alcuni pesci grassi (salmone, sgombro e aringa), il tuorlo d’uovo, il fegato, gli oli di pesce (soprattutto l’olio di fegato di merluzzo) e in cibi arricchiti artificialmente.

L’uomo è in grado di sintetizzare il colecalciferolo a partire da un precursore, con funzione di provitamina: il deidrocolesterolo (derivato dal colesterolo per riduzione). Questa provitamina si trova nella pelle, in modo da assorbire l’energia radiante solare (soprattutto le radiazioni UVB) che la trasformano in un composto intermedio e instabile chiamato previtamina D3. Tale intermedio, noto come previtamina D3, nell’arco di 48 ore si converte spontaneamente in un composto termodinamicamente più stabile chiamato Vitamina D3 o colecalciferolo.

La vitamina D3 sintetizzata a livello cutaneo, similmente a quella di origine alimentare, deve essere attivata, prima a livello epatico e poi a livello renale, in 1,25-(OH)2-colecalciferolo. Tale molecola, di fatto è un ormone biologicamente attivo:

  • Favorisce l’assorbimento di calcio e fosforo a livello intestinale.
  • Ne favorisce il riassorbimento osseo (stimola il differenziamento degli osteoclasti).
  • Aumenta la capacità del paratormone di riassorbire calcio a livello renale.
  • Contribuisce al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario
  • Sostiene le funzioni muscolari.
  • Interviene nei processi di divisione cellulare.

Alle nostre latitudini, la quantità di luce solare richiesta per la sintesi di vitamina D è relativamente poca, ma nei mesi estivi è comunque molto importante esporre il corpo al sole per almeno qualche minuto al giorno in modo da garantire un’adeguata sintesi cutanea di vitamina D per fare i modo che si accumuli la giusta quantità nel tessuto adiposo, come riserva per l’inverno. Le radiazioni UVB non penetrano il vetro, per cui l’esposizione al sole tramite una finestra non è funzionale alla sintesi di vitamina D.

La concentrazione plasmatica ideali di vitamina D è intorno a: 30 – 60 ng/ml. Da 10 – 30 ng/ml risulta una concentrazione insufficiente, mentre sotto il valore di 10 ng/ml siamo in condizioni di carenza.

Ecco che in questi casi è necessario un supplemento alimentare per reintegrarne le riserve.

COSA COMPORTA UNA CARENZA DI VITAMINA D

La carenza di vitamina D è comune a livello globale e si verifica più frequentemente quando la pelle non viene esposta a una quantità sufficiente di luce solare. Gli alimenti naturali (non arricchiti) raramente forniscono una quantità di vitamina D sufficiente per prevenire la carenza. Solo gli alimenti arricchiti con vitamina D e i relativi integratori consentono di prevenire la carenza in caso di inadeguato fabbisogno giornaliero. Inoltre ovviamente anche particolati condizioni di salute possono alterare il suo assorbimento e la sintesi endogena.

Nella carenza di vitamina D, l’organismo assorbe una quantità inferiore di calcio e fosfato. Poiché calcio e fosfato non sono disponibili in quantità sufficienti per mantenere le ossa sane, la carenza di vitamina D può causare un disturbo osseo detto rachitismo nei bambini o osteomalacia negli adulti. Nell’osteomalacia, l’organismo non incorpora sufficiente calcio e altri minerali nelle ossa, causando debolezza ossea.

La carenza di vitamina D in una donna in gravidanza può causare la carenza nel feto e il neonato presenta un rischio elevato di sviluppare rachitismo. A volte, la carenza è tanto grave da causare osteomalacia nella donna o peggiorare una condizione già esistente di osteoporosi.

La carenza di vitamina D si traduce anche in un basso livello di calcio nel sangue. Per tentare di aumentare i livelli di calcio, l’organismo può produrre una maggiore quantità di ormone paratiroideo. Tuttavia, quando i livelli di ormone paratiroideo diventano alti (una condizione chiamata iperparatiroidismo), l’ormone induce la mobilizzazione del calcio dalle ossa per aumentare i livelli ematici di calcio. L’ormone paratiroideo causa anche l’eliminazione di più fosfato nelle urine. Sia il calcio sia il fosfato sono necessari per mantenere ossa sane. Di conseguenza, le ossa s’indeboliscono.

Tuttavia, alcune circostanze aumentano il rischio di carenza di vitamina D anche con un’adeguata esposizione alla luce solare.

  • In determinati gruppi di persone, la pelle produce meno vitamina D in risposta alla luce solare. Tra queste vi sono le persone con carnagione scura (in particolare quelle di razza nera), gli anziani e le persone che usano protezioni solari.
  • L’organismo potrebbe non essere in grado di assorbire una quantità sufficiente di vitamina D dal cibo. Nelle malattie da malassorbimento, i soggetti non sono in grado assorbire normalmente i grassi né di assorbire la vitamina D, in quanto si tratta di una vitamina liposolubile che normalmente viene assorbita con i grassi nell’intestino tenue. Con l’avanzare dell’età, è possibile che nell’intestino venga assorbita una quantità inferiore di vitamina D.
  • L’organismo potrebbe non essere in grado di convertire la vitamina D in una forma attiva. Alcuni disturbi renali ed epatici e diverse malattie ereditarie rare (come il rachitismo ipofosfatemico) interferiscono con questa conversione, al pari di certi farmaci, quali alcuni anticonvulsivanti e la rifampicina.
La carenza di vitamina D può determinare disturbi del sistema nervoso

SINTOMI DELLA CARENZA DI VITAMINA D

La carenza di vitamina D può causare dolori muscolari, debolezza e dolori ossei a qualsiasi età.

Gli spasmi muscolari (tetania) possono essere il primo segno di rachitismo nei neonati. Se le donne in gravidanza hanno carenza di vitamina D, nei neonati possono manifestarsi gli spasmi. Gli spasmi influiscono sul viso, sulle mani e sui piedi. Se gli spasmi sono gravi, possono causare crisi convulsive.

Nei bambini più piccoli con rachitismo, l’intero cranio può essere molle.

I bambini più grandi possono avere difficoltà a sedersi e a gattonare, e la chiusura degli spazi tra le ossa craniche (fontanelle) può richiedere più tempo.

Nei bambini di età compresa tra 1 e 4 anni, la crescita ossea può essere alterata, determinando una curvatura anomala della colonna vertebrale (scoliosi) e varismo o valgismo delle ginocchia. Per questi bambini può essere necessario più tempo per imparare a camminare.

Nei fanciulli e negli adolescenti camminare è doloroso. Una grave carenza di vitamina D può causare varismo o valgismo delle ginocchia. L’osso pelvico può appiattirsi, restringendo il canale del parto nelle ragazze adolescenti.

Negli adulti, le ossa, soprattutto quelle della colonna, del bacino e delle gambe, diventano fragili. Le aree interessate possono essere dolenti al tatto e si possono verificare fratture.

Negli anziani, le fratture ossee, in particolare la frattura dell’anca, possono verificarsi semplicemente con un leggero sobbalzo o una caduta insignificante.

DIAGNOSI DELLA CARENZA DI VITAMINA D

  • Analisi del sangue
  • Talvolta radiografie

Il medico sospetta la carenza di vitamina D nei seguenti soggetti:

  • Soggetti che riferiscono una dieta inadeguata o un’inadeguata esposizione al sole
  • I neonati con tetania (un tipo di spasmo muscolare)
  • Bambini con segni di rachitismo
  • Anziani, soprattutto in quelli con ridotta densità ossea (ad esempio, con osteoporosi) oppure con fratture ossee

Gli esami del sangue per misurare la vitamina D possono confermare la carenza e consistono nel misurare i livelli di calcio e di fosfato. Potrebbero essere misurati i livelli anche di altre sostanze per escludere altre cause della riduzione della densità ossea.

In alcuni casi è necessario poi procedere anche con  esami radiografici. Le caratteristiche alterazioni delle ossa possono comparire in radiografia prima che si manifestino i sintomi.

La diagnosi di rachitismo o di osteomalacia dovuta a carenza di vitamina D si basa sui sintomi, sul caratteristico aspetto radiografico delle ossa e sul basso livello ematico di vitamina D.

QUALI ALIMENTI CONTENGONO LA VITAMINA D

Gli alimenti che contengono quantità significative di Vitamina D sono tutti di origine animale, altri prodotti che contribuiscono seppur in minor numero al raggiungimento della quota giornaliera sono i funghi, ma non i vegetali.

I funghi possono essere una fonte rilevante di Vitamina D anche se non tutti i funghi contengono la stessa quantità, spiccano tra questi il Porcino, lo Spugnolo, il Finferlo, il Chiodino e l’Ovulo.

Tra gli alimenti ricchi di Vitamina D troviamo i pesci grassi come il Salmone e il pesce azzurro, ad esempio Sgombro, Palamita, Lanzardo, Ventresca di Tonno ed Aringa.

Anche l’olio di fegato di Merluzzo ne è ricchissimo ma di solito non viene consumato come alimento ma come integratore, mentre tra le carni troviamo soltanto il fegato.

Per quanto riguarda i derivati del latte solo il burro e pochi formaggi grassi presentano piccoli livelli di Vitamina D, così come avviene nel tuorlo dell’uovo.

COSA COMPORTA UN ECCESSO DI VITAMINA D

Un eccesso di Vitamina D può provocare l’ipervitaminosi (consiste nella massiccia presenza di una determinata vitamina nell’organismo, che risultano quindi presenti in eccesso).

Abbiamo scoperto di recente che un sovraddosaggio di vitamine potesse nuocere alla salute, tuttavia ci sono più tipi di ipervitaminosi, a seconda della vitamina che viene assunta, ed è importante precisare che non tutte le vitamine causano intossicazione.

Nel caso della Vitamina D ci deve essere un sovraddosaggio elevato per cui possa essere tossica per il nostro organismo ad esempio a dosi superiori a 1000 µg/die (equivalente a 4000 UI), o per un uso prolungato  a dosi di 250 µg/die (10000UI).

La nostra vitamina D è calibrata in dosi ottimali per l’organismo, immediatamente disponibile ed altamente assimilabile.


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