Echinacea
scopri le caratteristiche
FAMIGLIA
Asteracee
HABITAT
Nativa degli Stati Uniti centrali e sud-occidentali, specialmente delle praterie dal Texas centrale al confine del New Mexico, su fino al Kansas, il Nebraska, Colorado, Wyoming e Montana
PARTI USATE
Fiori e radici
La Pianta
Caratteristiche
Storia e Composizione
Il genere Echinacea (Asteraceae) comprende un piccolo numero di specie, piante erbacee perenni, originarie del Nord America. Tre delle specie, Echinacea angustifolia (DC.) Hell., Echinacea pallida(Nutt.) Nutt. e Echinacea purpurea (L.) Moench , sono usati in medicina. Le piante di Echinacea mostrano una notevole adattabilità alla diverse condizioni ambientali, cresce spontaneamente nelle zone di pianura ed in alta quota in zone soleggiate senza particolari condizioni del terreno, anche se predilige zone tendenti al sabbioso. Appare in primavera per poi fiorire tra giugno ed agosto; è composta da foglie riunite in rosette basali e poi distribuite lungo gli scapi, sono lanceolate od ellittiche e generalmente provviste di tricomi piliferi.
Il capolino è peduncolato, con fiori ligulati di tonalità che varia dal bianco-rosato al rosa-purpureo, mentre il polline può essere di diversi colori. Il frutto è un achenio quadrangola con pigmentazione marrone chiaro all’apice, ma può anche essere assente a seconda della specie. Per quanto concerne l’ambito fitoterapico sono di interesse tre specie l’Echinacea Purpurea, l’Angustifolia e la Pallida dove la droga è ottenuta dalla radice delle ultime due e da tutte le parti della pianta della Purpurea.
Vi sono alcune differenze nei componenti dell’echinacea tra le varie specie e le loro rispettive parti vegetali. Si ritiene generalmente che nessun singolo componente o gruppo di componenti sia responsabile delle attività biologiche dell’echinacea. Piuttosto, diversi gruppi di costituenti (alchilamidi, derivati dell’acido caffeico, polisaccaridi e alcheni (come i polieni) sembrano contribuire all’attività.
Sono presenti almeno 20 alchilamidi, principalmente isobutilammidi di acidi grassi a catena lineare con legami olefinici e/o acetilenici come ad esempio Isobutilamide dell’acido -2E, 4E, 8Z, 10E / Z-tetraenoico.
Un’altra categoria metabolica caratteristica delle specie echinacea è rappresentata dai fenilpropanoidi, fra i quali spiccano i glicosidi dell’acido caffeico (ad esempio echinacoside), esteri dell’acido caffeico dell’acido chinico (ad esempio acido clorogenico, cinarina) e acido tartarico (es. acido caftarico).
Infine si riscontra la presenza di polisaccaridi, Polisaccaridi PS1 (metilglucuronoarabinoxilano), PS2 (rhamnoarabinogalactano) e uno xilglucano (mol. Wt. 79kD maggiormente riscontrabili nelle parti aeree dell’ echinacea Purpurea.
Proprietà Terapeutiche
Esiste una vasta letteratura scientifica sulle attività farmacologiche delle specie di echinacea basate su studi in vitro e in vivo (su animali). La ricerca si è concentrata sullo studio dell’attività immunomodulatoria dei preparati di echinacea, sebbene siano state esplorate anche altre attività come le proprietà antivirali, antimicotiche, antinfiammatorie e antiossidanti.
Le prove cliniche di preparati contenenti echinacea si sono concentrate sugli effetti del test nella prevenzione e nel trattamento del raffreddore comune e di altri URTI (infezioni delle vie respiratorie superiori); alcuni studi preliminari hanno esplorato gli effetti dell’echinacea in altre infezioni, come l’herpes genitale, e come trattamento aggiuntivo nella chemioterapia del cancro. La logica per l’uso dell’echinacea in queste condizioni si basa sulla sua attività immunomodulante.
Una delle prime revisioni sistematiche di studi sui preparati contenenti echinacea ha valutato l’evidenza dei loro effetti immunomodulatori. La revisione ha incluso 26 studi clinici controllati, di cui sei hanno studiato il trattamento di URTI e sindromi similinfluenzali, sette hanno esplorato il trattamento di altre infezioni, come sinusite, bronchite e candida, sei hanno studiato la profilassi di URTI e sindromi similinfluenzali,
La maggior parte degli studi ha riportato che le preparazioni contenenti echinacea erano superiori al placebo nelle indicazioni testate.
Un recente lavoro ha valutato il ruolo nella prevenzione degli estratti di echinacea, nelle infezioni di natura batterica correlate ad un’esposizione di un agente virale.
Il virus dell’influenza A (H3N2) è un importante agente patogeno che causa infezioni batteriche secondarie e fenomeni infiammatori al parenchima polmonare. In questo studio è stato indagata la capacita dell’estratto di echinacea nel ridurre il processo di adesione, indotta da H3N2, di Haemophilus influenzae (NTHi) e Staphylococcus aureus.
È stato compreso che l’infezione da virus A influenzale ha aumentato l’adesione di H. influenzae e S. aureus nelle cellule epiteliali bronchiali tramite espressione upregolata del recettore ICAM-1,fibronectina e PAFr. Allo stesso tempo è stata valutata l’attività degli estatti di echinacea (Purpure ed Angustifolia) dove si è notata una significativa riduzione dell’espressione di ICAM1, fibronectina e PAFr e di conseguenza l’adesione di entrambi i ceppi batterici.
Il tutto si è ripercosso anche nella cascata di attivazione citochinaca in quanto si è notato una marcata riduzione di citochine pro-infiammatorie dettata probabilmente dall’sovraespressione del ligando Ik-beta del fattore nucleasico k-B.
Preparazione e Controindicazioni
- Radice/rizoma secchi: 1 g per infusione o decotto tre volte al giorno
- Estratto liquido: 0,5–1,0 mL (1: 5 in alcool 45%) tre volte al giorno, o 0,25–1,0 mL (1: 1 in alcool 45%) tre volte al giorno
- Tintura: 2–5 mL (1: 5 in alcool 45%) tre volte al giorno, o 1–2 mL (1: 5 in alcool 45%) tre volte al giorno.
L’utilizzo di estratti secchi, a vario titolo, è di recente introduzione e non vi sono specifiche consigliate dalla letteratura scientifica.
In ogni caso recenti lavori hanno dimostrato effetti significativi in seguito all’apporto giornaliero di alchilammidi compresi fra 0,010 e 0,120 mg con maggior attenzione Isobutilamide dell’ acido dodeca-2E,4E,8Z,10E/Z-tetraenoico ( fra 0,01 e 0,10 mg/die).
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